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Le mie "opere di assemblaggio" nascono come omaggio a Joseph Cornell e alla tecnica del Ready Made. Un interesse per i diversi aspetti del mondo porta al piacere di cercare nessi eterogenei. Il lavoro di una certa appassionata creatività di pensiero porta a vivere il "tempo" di Joseph Cornell come nuova dimensione del reale. Si tratta di quanto io stessa cerco di riproporre con i miei lavori: un mondo profondamente e assolutamente conosciuto facente parte del mio essere e, nello spirito dei ready made, la cui scelta,come disse il loro inventore Duchamp "E’ sempre basata sull’interferenza visuale e allo stesso tempo sull’assenza totale di buono e cattivo gusto". Da Cornell una parte grande e necessaria del reale viene così totalmente assorbita da rendere impossibile la memoria del prima del tempo senza il suo mondo. Ritengo quest’esperienza necessaria, e, poiché il dogma non esiste, penso altresì che la fruizione dell’opera (d’arte) sia da spartirsi tra l’autore e l’osservatore, come per un libro tra lo scrittore e il lettore. Tempo è forse una parola consunta, tuttavia per noi è fondamentale come le tre dimensioni da cui discende la nostra realtà concreta. Nell’attimo stesso in cui sentiamo come impossibile una vita priva di una qualsiasi delle tre dimensioni ci rendiamo conto di come sia inscindibile il concetto di tempo come una possibile quarta dimensione. La mia curiosità dipende dal fatto di non essermi mai "adattata" bene e di tenere di proposito un piede dalla parte sbagliata del confine che divide bello e brutto, misura ed eccesso. Essere dotati di un centro come identità permette di potersi ramificare in un’infinità di itinerari. In questo caso i percorsi delle mie "scatole" (i miei assemblaggi) seguono quello del significato mitico dato al labirinto. Dal tardo novecento, momento della frammentazione del sapere, un tale percorso potrebbe sembrare incongruo. In realtà vorrei che gli assemblaggi avessero il proprio centro in ognuno di noi, perché scopo del "viandante" è quello di raggiungere il centro e il suo viaggio termina solo quando la via del ritorno viene percorsa dopo che si è fatto proprio il senso del mistero.